Descrizione
Una breve introduzione del curatore MAURO FERRARESI
Lo confesso: quando Fabio Murzi, presidente di Acqua dell’Elba, mi ha chiesto di curare un libro di racconti per celebrare il mare e l’isola d’Elba, sono stato immediatamente entusiasta. Si trattava di prendere contatto con una decina di autori per invitarli a scrivere una storia sulla cultura e sulla bellezza del mare. I racconti inizialmente dovevano essere di circa 30.000 battute, ma presto ho deciso di lasciare ampio margine di manovra per quel che riguarda la lunghezza, molto meno, invece, per i contenuti. Era importante che il mare fosse presente a vario titolo nella narrazione, e poteva essere Ambiente, Eroe, Aiutante, Oppositore, Antieroe, eccetera. Altre regole erano quindi necessarie. I partecipanti dovevano avere già pubblicato romanzi o racconti; inoltre, ritenni ingiusto reclutare solamente scrittori già navigati sul tema marino. Perché non lasciare spazio e possibilità di misurarsi con questo tema anche ad altri che lo avessero voluto?
Agli inizi, ogni iniziativa editoriale risulta faticosa come un trekking d’alta quota. Bisogna superare difficoltà che assumono varie fogge come: la fatica del reclutamento, l’imbarazzo della scelta, l’accordo con gli impegni e le agende degli autori, il rispetto dei tempi rigidi della messa in stampa, ecc.. Un abbrivio lento e dispendioso di energie. Poi, poco alla volta, le cose tendono ad aggiustarsi. I primi autori vengono reclutati e, in un secondo momento, il passaparola rende più facile il reclutamento di tutti gli altri. Per fortuna il tempo a disposizione per scrivere il racconto è parso essere sufficiente ai più. Inoltre, gli autori maggiormente impegnati in tour di presentazione delle loro ultime fatiche letterarie sono riusciti magicamente a ricavare le settimane utili per scrivere il loro contributo.
Alla fine desidero sbilanciarmi: ritengo che il lettore si troverà davanti dodici racconti che non esito a definire belli e avvincenti, più un tredicesimo, il mio, che lascio al vostro giudizio. Le narrazioni sono disposte in ordine alfabetico per autore e, nelle loro diverse lunghezze così come nella differente impostazione, esse rispondono al compito che mi è stato dato: parlare del mare oggi, con amore e rispetto, rendendolo protagonista. Il genere dei racconti è mutevole: ci sono vicende di cronaca e altre invece più avventurose, ci sono trame storiche e altre fiabesche, e qualche storia è pure metafisica. I personaggi che vi compaiono sono ovviamente numerosi e distinti: vi sono marinai che talvolta sono semplici turisti del mare e in altri casi invece sono profondi conoscitori della vasta distesa salata; vi sono le barche soprattutto a vela, poi vi è la balena e ovviamente i pesci, gli uccelli marini, l’acqua naturalmente (certamente salata), le onde e i marosi, le nuvole e le tempeste, i pirati, i naufraghi e i naufragi, ma anche i fuoriusciti, gli emarginati e i cadaveri, gli angeli e le bestie; infine i porti e le insenature, le spiagge e i panorami, le isole e gli scogli, gli orizzonti e i tramonti, i venti e le bonacce. Ma vi sono anche protagonisti meno materiali ma assolutamente palpitanti come i sentimenti suscitati dalla narrazione in grado di coinvolgere il lettore. Sentimenti come la paura e la disperazione, la pace e la serenità, il terrore e l’angoscia, lo spleen e l’inquietudine, la tristezza e il ricordo, la nostalgia.
Insomma, ciò che il lettore si trova tra le mani è un libro di piacevole lettura in grado di assolvere al compito principale che una storia deve sempre avere, che è poi quello di condurci in un altrove nel tempo o nello spazio facendoci avvicinare al sentire, al piangere e al ridere di altre persone, di altre menti. E così facendo insegnandoci un poco quella delicata arte del vivere di cui abbiamo tutti grande necessità.
Infine i ringraziamenti, come si suole. Oltre a Fabio Murzi, desidero ringraziare Marco Turoni e Chiara Murzi, poi il caro Norman La Rocca, Ilaria Leonelli e l’Ufficio Comunicazione di Acqua dell’Elba. Ringrazio inoltre la casa editrice Persephone che ha deciso di accettare il volume inserendolo tra le sue pubblicazioni. Un ultimo ringraziamento e un partecipato saluto va quindi al mare il quale, ripetiamolo con Joseph Conrad, è il complice della nostra inquietudine.
«The sea has never been friendly to man. At most it has been the accomplice of human restlessness».
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