Descrizione
DE L’ISULE DELI PISANI
«Lo quale dominus Parente disse et ricordove le confine de le terre loro le quale messe sono in questa pace et le quale sono in terra ferma et grande ciò este da lo Corbo infine a Civita Vecchia et l’isule le quale àno in mareciò este tucta l’isula di Sardigna et Castello di Castro et l’isula di Corsicha et l’isula di Pianosa et l’isula d’Elba et l’isula di Capraia et l’isula di Gorgona et l’isula di Gilio et l’isula di Monte [Cristo]». Trattato di pace tra Pisa e Tunisi (1264)
«Nomina predictarum terrarum sunt hec: Castilione de Piscaria, Plumbinum, Scharlinum, Vada cum Razignano, Campilia, Ylba, Liburna cum pleberio portus». Con queste parole del duecentesco «Breve Pisani Comunis» si apre il libro «Medioevo elbano» di Silvestre Ferruzzi. Edito da Persephone Edizioni nella collana «Elba Sconosciuta», il volume, di 214 pagine, è una monografia sul periodo medievale elbano, in cui sono inoltre riportati vari estratti di Paolo Ferruzzi, Luciano Melani, Giacomo Luperini, Alessandro Corretti, Fausto Carpinacci e Giuseppe Ninci che – assieme ad osservazioni «sul campo» di Renzo Paoli, Gianpiero Costa, Alberto Batignani, Angiolino Galeazzi e Stefano Soria -contribuiscono a configurare una trattazione totale dell’argomento.
Dopo un introduttivo «Regesto storico», il libro è strutturato – proprio come un «breve» pisano – in capitoli tematici; ecco quindi «De yconomia», «De locis», «De agricultura», «De bestiis», «De falconibus», «De cavis», «De ferro», «De viis», «De fortellitiis», «De ecclesiis», «De actis», «De vasis», «De barcis», «De nominibus» (ossia l’economia, i paesi, l’agricoltura, l’allevamento, la falconeria, le cave, l’estrazione del ferro, le strade, le fortificazioni, le chiese, gli atti notarili, il vasellame di uso domestico, le imbarcazioni, i cognomi).
Nell’Appendice, tra altre documentazioni medievali, è riportato l’inventario dei beni dello Spedale di Rio (1361) che dipendeva da quello pisano di Santa Chiara («Inventarium bonorum et rerum Hospitalis Sancti Iacobi de Rio insule Ylbe membri Hospitalis Novi de Pisis»); viene inoltre trascritto uno stralcio del portolano «Peleio de Capo Corso» (1264) in cui l’Elba è più volte citata con le altre isole («De lo dicto Capo Corso a lo porto de Ferraira che è en l’isola c’ha nome Elba 60 millara per levante ver lo silocco quarta. De Corsega a lo Capo de Sancto Andrea en Helba 50 millara enter levante e silocco. En quella via so 3 secche che se clama Formigue che so propo de Monte Cristo 10 millara. Enter la dicta isola de Monte Cristo e ll’isola d’Elba è una isola che à nome Planosa en la quale isola à uno castello en lo capo da levante. Lontano a lo dicto castello per 1 millaro o entorno à uno bono ponedore a vento da ver ponente»).
«Medioevo elbano» è, in sostanza, una «summa» (rivolta anche a studenti e futuri ricercatori elbani) in cui sono riportate tutte le informazioni utili per la conoscenza approfondita di un periodo storico che ha profondamente segnato la vita dell’Elba; si pensi all’impianto dei paesi d’altura, alle fortificazioni di Monte Marsale e Monte Veltraio, alla scomparsa Torre Vecchia di Capoliveri, alla «Tora» del paese montano di Rio, allo scomparso Castello Campese presso Sant’Ilario, alle quattro pievi dell’isola, alle piccole chiese suffraganee sparse nel territorio isolano di cui rimangono soltanto, come già scrisse Giuseppe Gaburri nel 1698, «le sante muraglie e la memoria per tradizione, avendo i popoli ancora per esse gran devozione»
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