L’apparizione di Santa Caterina all’eremo di Rio nell’Elba

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La pubblicazione tratta della trascrizione di due manoscritti legati al lontano evento. Il riassunto della vicenda dell’apparizione nel resoconto di Bartolomeo Dini (1776) e il manoscritto precedente del processo verbale conservato nell’Archivio Diocesano di Massa Marittima (1623).

Descrizione

La pubblicazione tratta della trascrizione di due manoscritti legati al lontano evento. Il riassunto della vicenda dell’apparizione nel resoconto di Bartolomeo Dini (1776) e il manoscritto precedente del processo verbale conservato nell’Archivio Diocesano di Massa Marittima (1623)

Ringraziamo la CRV Cassa di Risparmio di Volterra e il Rotary Club dell’Isola d’Elba con il suo Presidente in carica Sig. Sergio Cavaliere che hanno permesso e sostenuto questa pubblicazione.

Se qualcuno pensasse che l’episodio narrato nel manoscritto secentesco a proposito dell’apparizione di Santa Caterina all’eremo omonimo di Gràssera a due pastorelli, Domenico di Michele e Tommaso di Pasqualino, sia una vicenda da limitarsi nell’ambito del breve tempo e dello spazio breve, si sbaglierebbe di grosso. È chiaro che l’epilogo di questa storia e il fatto che l’eremo di Rio non sia stato classificato santuario, non ce lo fa configurare come episodio da inserire nei grandi fatti del panorama miracolistico e delle apparizioni accertate (tutte quante considerate con estrema cautela, comunque).
Il lavoro di ricerca da me svolto, l’aver studiato il testo analiticamente e per la prima volta in assoluto, riportando fedelmente “parola per parola” ciò che quel verbale d’indagine ci rivela, servirà a fare giustizia sulle tante cose dette e scritte a proposito di questa apparizione, a volte inesatte, e dovute più al sentito dire che non alla puntuale lettura dei fatti. Credo che da quel lontano 1776 nel quale viene riassunta la vicenda dal canonico Bartolomeo Dini, testimonianza che riporto in questa stessa pubblicazione a beneficio del lettore, non ci sia più stato nessuno ad aver preso il documento in mano, e abbia attinto all’originalità delle fonti, mentre le notizie al riguardo che circolano anche sul Web provengono da fonti secondarie e non del tutto sempre attendibili.
Ma se non cogliessimo gli aspetti più intrinseci e di giusta dimensione di ciò che successe nel 1623 in quel paesino sperduto fra le colline elbane, faremmo un grande torto alla sua piena comprensione, e forse, alla verità, nel tempo e nello spazio.

Umberto Canovaro è nato all’Isola d’Elba nel 1954, e divide la sua vita fra Rio e Piombino. È notista storico ed esperto di Statuti comunali medievali. Nel 1997 ha scritto un dramma a sfondo politico intitolato “Silvio Mina, ovvero passione e morte di un uomo popolare”. Nel 1999 ha pubblicato “La giurisdizione penale nell’Antico Stato di Piombino (Sec. XV – XVIII)”, rivisitazione della sua tesi di laurea in Storia del diritto italiano. Nella primavera del 2002 ha pubblicato “Gli Statuta Rivi nell’ordinamento giuridico degli Appiani”, commentario di un manoscritto del XVI Sec., conservato nell’Archivio Comunale di Rio nell’Elba. Nel 2004 ha scritto assieme al giornalista Vinicio Biagi “Piccolo porto antico”, raccolta di memorie storiche sul Porto Baratti. Nel 2006 ha dato alle stampe “Zenone Pineschi, un poeta nel Risorgimento fra Piombino e Firenze”, biografia storica di un patriota nato a Piombino. Nel 2008 ha pubblicato “La condizione giuridica femminile negli statuti di Piombino”, altro approfondimento sulle antiche leggi locali, e “L. T. V. (Luigi Terrosi Vagnoli)”, che tratta le vicende amministrative del primo sindaco di Piombino nel 2°dopoguerra. L’anno successivo ha scritto “Piccolo Molo Antico”, ricostruzione d’archivio sui lavori per la realizzazione del porto di Rio Marina all’inizio dello scorso secolo. Ha curato la raccolta storica “Piombino, storia di un Principato”, uscita nel 2012, collaborando con l’Archivio Storico di Piombino.

Nello stesso anno un suo saggio sulle donne di Rio nel medioevo è stato inserito in “Tra il rigore della legge e il vento della storia – La condizione delle donne all’Isola d’Elba tra il XVI e il XVIII Secolo” raccolta sulla condizione femminile all’Isola d’Elba. Nel 2013 ha pubblicato “Erbe, pozioni, malefizi d’amore”, saggio sulla superstizione nel Medioevo. Nel 2017 ha dato alle stampe lo “Studio sul pannello di cassone del Museo Ringling di Sarasota-Sec. XV” (sottotitolo: “Perché non rappresenta l‘assedio di Piombino del 1448.”). Nel 2019 ha pubblicato “1918: La febbre spagnola”, una ricerca storica fra i territori di Piombino e l’Isola d’Elba sulla pandemia del secolo scorso. Nel 2003 è stato insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Dal 2005 è notista storico del trimestrale elbano «La Piaggia». Nel 2011 è stato nominato Ispettore Archivistico Onorario per la Toscana con Decreto Ministeriale, riconfermato a tutt’oggi, e dallo stesso anno è Presidente dell’Accademia per gli Studi Storico-giuridici sullo Stato di Piombino «Pietro Calefati» che annovera insigni cattedratici e studiosi. Tutta la sua produzione a carattere storico-giuridico è conservata nella Biblioteca Nazionale del Senato della Repubblica.

 

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