Descrizione
Nel passaggio epocale di fine Secolo, due giovani amiche, Alita e Mara, incontrano un uomo di un’altra età e ne vengono istintivamente attratte, pur con sensazioni e sentimenti diversi e con sviluppi sorprendenti e imprevedibili
La storia si svolge prevalentemente fra Roma e le isole dell’Arcipelago Toscano e in particolare all’Elba, con improvvise aperture su scenari di altre terre e luoghi dove i tre protagonisti hanno vissuto, negli anni, singolari esperienze. Nel dipanarsi di un racconto dove vengono alla luce episodi dolorosi ed altri divertenti real-mente accaduti ma visitati attraverso lo strumento della memoria, ampio spazio è dedicato a una riflessione su molti temi del nostro tempo che interessano la sfera individuale e quella collettiva della società. Il filo conduttore del romanzo è ben rappresentato dalle parole di Tullia Zevi, allorquando dice che: «Senza la Storia, rischiano di non esserci neanche le storie; e senza proiezione verso il futuro rischia di sparire la memoria che si nutre del futuro del passato». E tutto questo mentre il Novecento muore e l’umanità si affaccia alle soglie del terzo Millennio.
Anche nel presente romanzo sviscerare l’amicizia, sempre sull’onda del dialogo (genere letterario di antica data, inventato da Platone, adatto e sempre attuale per raccontare di altro) che si stabilisce con le due amiche, serve all’Autore per articolare un discorso complesso sulla memoria storica e politica, ma non solo, si sovrappongono e si intrecciano nella finzione letteraria, quindi attraverso l’Arte, analisi lucide sulla conseguenza delle azioni, vengono indicati paradigmi su cui si snoda una memoria collettiva, offuscata, oggi, dallo sguaiato ciangottio del ‘rumore’ di fondo di notizie spazzatura, che confondono tutto, ma anche ricordi legati ai luoghi dell’infanzia, alla famiglia, dove emergono personaggi caratterizzati da una sottile analisi psicologica, presentati con il realismo, la schiettezza e l’istinto di un tempo che fu e che senza le parole e i ricordi di Danilo non avremmo mai potuto conoscere.
La penna d’oca è il secondo romanzo di Danilo Alessi e prende il titolo da una frase di Umberto Eco presente nel sedicesimo capitolo: «Quindi per prepararsi al Duemila occorre imparare la calligrafia, e a scrivere con la penna d’oca. In quel periodo qualsiasi imbecille saprà scrivere con i computer, e colui che saprà scrivere con la penna d’oca avrà il Potere, perché potrà prendere decisioni anche durante i blackout».
Concludiamo con un pensiero di Robert Harris che ben si adatta allo spirito di questa Opera: «Sono un romanziere, è ho anche il dovere di inventare: le conversazioni, le motivazioni politiche, certi piccoli segreti della vita privata delle persone. Devo fare ipotesi, speculare. Si può dire che il mio lavoro consiste nel fare tutto ciò che è vietato agli storici e agli studiosi».
DANILO ALESSI vive all’Isola d’Elba dove ha prevalentemente svolto attività politica assumendo vari incarichi istituzionali. Collaboratore parlamentare nella segreteria del Gruppo Pds durante il quinquennio 1996-2001 e nella Vicepresidenza della Camera dei Deputati nei tre anni successivi. Garante della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aa-mod), è autore della Rassegna storica della stampa all’Elba dall’Unità d’Italia al 1960 e di innumerevoli relazioni in convegni e assemblee congressuali. È stato direttore del mensile dei comunisti elbani «Elba Oggi« e ha pubblicato numerosi articoli su quotidiani e periodici locali. Sindaco del comune di Rio nell’Elba dal 2009 al 2014. Con questa Casa Editrice ha pubblicato nel 2015, il romanzo, La Fatica della Politica, e nel 2016, il libro di poesie Un po’ per gioco e a volte per amore.
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