Isola d’Elba, spiaggia di Procchio, 14 ottobre 1943

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Un piccolo ma accurato saggio storico di stampo giornalistico che cerca di ricostruire «le motivazioni che nel 1943 portarono alla fucilazione, da parte dei militari tedeschi, sulla spiaggia di Procchio di 14 detenuti feriti provenienti dal carcere di Pianosa

Descrizione

È uscito il nuovo libro di Mario Ferrari e Ruggero Elia Felli dal titolo: Isola d’Elba, spiaggia di Procchio, 14 ottobre 1943. Quattordici morti e nessun colpevole!, Persephone Edizioni.

Un piccolo ma accurato saggio storico di stampo giornalistico che cerca di ricostruire «le motivazioni che nel 1943 portarono alla fucilazione, da parte dei militari tedeschi, sulla spiaggia di Procchio di 14 detenuti feriti provenienti dal carcere di Pianosa, e che avrebbero dovuto essere trasferiti a Portolongone» (S. Berti)

«Ho letto con estremo interesse questo avvincente “giallo” scritto da Mario Ferrari e Ruggero Felli intriso del grande amore che nutre per la sua Elba, con un taglio tra il giornalistico e lo storiografico che lo rende immediatamente godibile e nel contempo intrigante, per usare un aggettivo molto di moda.

In verità, si tratta di un libro storico, dove viene narrata l’uccisione di 14 detenuti che, l’otto ottobre 1943, furono trasferiti per motivi disciplinari dal carcere di Pianosa alla casa di reclusione di Porto Longone (come si chiamava in passato il carcere di Porto Azzurro), per essere ivi reclusi, invece, furono prelevati dai soldati Tedeschi presso il magazzino del comune di Campo nell’Elba e fucilati il successivo 14 ottobre e sepolti nella spiaggia di Procchio.

Ma per quale motivo non furono immatricolati e ristretti presso il carcere di Porto Longone come la logica penitenziaria deponeva? Che successe in quell’ampio lasso di tempo? Per quale recondita e misteriosa ragione furono invece prelevati dai soldati Tedeschi di stanza sull’isola d’Elba come dei prigionieri di guerra presso il magazzino del Comune di Campo nell’Elba per poi essere fucilati e sepolti a Procchio?» (Francesco D’Anselmo già Direttore della casa di reclusione di Porto Azzurro e della sezione di Pianosa)

«Si legge che il Carcere di Pianosa era diretto da un personaggio che pareva essere alquanto impulsivo e incline alla violenza piuttosto che dotato dell’equilibrio indispensabile per la corretta gestione di un luogo di espiazione, di privazioni e sofferenze certamente superiori a quelli a cui era già sottoposta la popolazione civile in tempo di guerra. Condizioni esasperanti tanto da far temere una rivolta collettiva dei detenuti. E fu quando tale sospetto parve fondato, che il Direttore fece colpire selvaggiamente i responsabili della possibile rivolta procurando la morte di alcuni detenuti e il ferimento di altri. I 14 feriti che partirono in qualche modo speranzosi per Portolongone, furono fucilati dai Tedeschi a Procchio. In questo contesto di guerra, di violenza, di sofferenza, descritto nel libro, si legge che il giovanissimo Sindaco di Marciana, Angiolo Vai, indipendentemente dalla nazionalità delle salme e dalla loro condizione di soldato o carcerato, dopo aver fatto in modo che ogni corpo fosse recuperato, senza dubbi identificato, e poi schedato attraverso un lavoro certosino, si preoccupò affinché tutti potessero ricevere onorevole sepoltura e ogni anima il giusto riposo nel cimitero del paese». (dalla Prefazione di Susanna Berti)

L’eccidio viene riportato in maniera imprecisa nell’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, poiché le date sono errate e la ricostruzione dei fatti viene stravolta.

Inoltre da una ricerca effettuata a Washington, presso il National Archives and Records Administration, in riferimento ad una nota a margine del testo (NARA, RG 331, box 6569, f. non numerato, “Eccidio di Pianosa”) è emerso che la segnatura non è corretta e il documento citato non esiste.

Anche un ulteriore approfondimento effettuato in corso d’opera, presso l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea ISRT purtroppo ha dato esito negativo.

Ruggero Elia Felli Dal 2007 è Controllore del Traffico Aereo presso la Torre di Controllo dell’aeroporto “Mario Mameli” di Cagliari-Elmas. Si interessa alla storia militare fin dall’adolescenza e nel maggio 2013 fonda, insieme ad altri due soci, l’Associazione di Promozione Sociale “ELBAFORTIFICATA – APS” di cui è presidente. Numerose sono le sue pubblicazioni come il recente Un Mare di Spie – Le operazioni dei servizi segreti sulle isole dell’Arcipelago toscano 1943-1944, (2022). Ha pubblicato anche articoli sia sulla rivista elbana «Lo Scoglio» chee per la rivista di archeologia «Milliarium».

Mario Ferrari – architetto, nasce a Portoferraio. Nel 1982 inizia il rapporto come dirigente coordinatore con la Comunità Montana dell’Elba e Capraia. Profondo conoscitore del territorio ha redatto tutte le opere edite dalla Comunità Montana oltre a buona parte dei documentari che lo hanno visto come autore oltre a numerosi articoli. È stato sindaco di Portoferraio fino al 2019, prima dell’attuale Amministrazione Zini.

Alcune tra le pubblicazioni più significative:

Come autore o coautore: La guida ai sentieri versante occidentale, (1984); La guida ai sentieri dell’Elba, Capraia e Montecristo, (1987) in italiano e tedesco; Giò Ponti, un esempio di architettura all’isola d’Elba 1961-1962, (1989) in italiano e inglese; Spiagge dell’Elba, isolotti e itinerari velici, (1990); Il Monte Capanne, un’isola verde nell’Elba, (1994); Applicazioni delle Tecniche di Telerilevamento per il monitoraggio ambientale – un caso di studio sulla

discarica RSU di Literno, (1995) ; Arcipelago Toscano indagine su i rischi ambientali,(1995); Guida alle spiagge dell’Elba,( 2000); Elba, territorio e civiltà di un’isola, (2001); Sentieri natura dell’Elba e Capraia, (2001) ; Casali particolari e ville all’Isola d’Elba, (2001); Isola d’Elba sapori d’oltremare, (2001); Isole d’Elba e Capraia dal mare in poi, (2001); Guida ai Sentieri Natura dell’Elba e Capraia – itinerari tra storia e natura a piedi, a cavallo e in mountain bike, (2007); Un acquedotto in mezzo al mare – nascita e sviluppo degli acquedotti e della depurazione all’isola d’Elba, (2015); AETHALIA – l’isola dai mille fuochi GLI INCENDI – Nascita e sviluppo del servizio antincendio all’Isola d’Elba, (2022). Numerosi. Anche, i suoi articoli su rinomate riviste nazionali.

Si legge che il Carcere di Pianosa era diretto da un personaggio che pareva essere alquanto impulsivo e incline alla violenza piuttosto che dotato dell’equilibrio indispensabile per la corretta gestione di un luogo di espiazione, di privazioni e sofferenze certamente superiori a quelli a cui era già sottoposta la popolazione civile in tempo di guerra. Condizioni esasperanti tanto da far temere una rivolta collettiva dei detenuti. E fu quando tale sospetto parve fondato, che il Direttore fece colpire selvaggiamente i responsabili della possibile rivolta procurando la morte di alcuni detenuti e il ferimento di altri. I 14 feriti che partirono in qualche modo speranzosi per Portolongone, furono fucilati dai Tedeschi a Procchio. In questo contesto di guerra, di violenza, di sofferenza, descritto nel libro, si legge che il giovanissimo Sindaco di Marciana, Angiolo Vai, indipendentemente dalla nazionalità delle salme e dalla loro condizione di soldato o carcerato, dopo aver fatto in modo che ogni corpo fosse recuperato, senza dubbi identificato, e poi schedato attraverso un lavoro certosino, si preoccupò affinché tutti potessero ricevere onorevole sepoltura e ogni anima il giusto riposo nel cimitero del paese. (dalla Prefazione di Susanna Berti)

Ho letto con estremo interesse questo avvincente “giallo” scritto da Mario Ferrari e Ruggero Felli intriso del grande amore che nutre per la sua Elba, con un taglio tra il giornalistico e lo storiografico che lo rende immediatamente godibile e nel contempo intrigante, per usare un aggettivo molto di moda.

In verità, si tratta di un libro storico, dove viene narrata l’uccisione di 14 detenuti che, l’otto ottobre 1943, furono trasferiti per motivi disciplinari dal carcere di Pianosa alla casa di reclusione di Porto Longone (come si chiamava in passato il carcere di Porto Azzurro), per essere ivi reclusi, invece, furono prelevati dai soldati Tedeschi presso il magazzino del comune di Campo nell’Elba e fucilati il successivo 14 ottobre e sepolti nella spiaggia di Procchio.

Ma per quale motivo non furono immatricolati e ristretti presso il carcere di Porto Longone come la logica penitenziaria deponeva? Che successe in quell’ampio lasso di tempo? Per quale recondita e misteriosa ragione furono invece prelevati dai soldati Tedeschi di stanza sull’isola d’Elba come dei prigionieri di guerra presso il magazzino del Comune di Campo nell’Elba per poi essere fucilati e sepolti a Procchio? (Francesco D’Anselmo già Direttore della casa di reclusione di Porto Azzurro e della sezione di Pianosa)

L’eccidio viene riportato in maniera imprecisa nell’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, poiché le date sono errate e la ricostruzione dei fatti viene stravolta.

Inoltre da una ricerca effettuata a Washington, presso il National Archives and Records Administration, in riferimento ad una nota a margine del testo (NARA, RG 331, box 6569, f. non numerato, “Eccidio di Pianosa”) è emerso che la segnatura non è corretta e il documento citato non esiste.

Anche un ulteriore approfondimento effettuato in corso d’opera, presso l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea ISRT purtroppo ha dato esito negativo.

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