Descrizione
«“Diversamente migranti”al di là dei generi, trasversale nel suo proporsi e raccontarsi, si apre a ventaglio nelle storie umane riconoscendosi e facendoci riconoscere attraverso il ponte della mediazione culturale per ciò che siamo… un crogiolo di società, famiglia, globalità, lingue e desiderio di multi cultura»
L’Autrice cosmopolita, viaggiatrice e osservatrice fuori dagli schemi, focalizza la sua attenzione di nouvelle esploratrice antropologica sui campi dei paesaggi di questa società complessa e globalizzata, dalle periferie londinesi a quelle canadesi, fino alle realtà italiane delle città d’arte del Nord. Tra Europa, India, Sud America ci delinea una serie di ritratti umani e multiculturali da cui spesso emerge come la capacità si sapersi muovere tra sistemi simbolici e culturali differenti possa essere il crogiolo di una sorprendente e creativa capacità di adattamento ai nuovi dettami dei paesi ospitanti. (L’Editore)
L’Autrice ci racconta:
«Il passaporto che scegli e che ti accompagna per la vita, opti per la nazione che ami o di cui senti il richiamo, ricerchi una verità che esprima quel qualcosa che hai dentro, dai voce ad una energia corale, osservi una bandiera che solleva qualcosa sotto la tua pelle, ascolti una voce che impregna le tue espressioni anche nel silenzio.
Anni fa scherzando, ma non troppo, suggerii a mio marito di aggiungere al suo nome il mio cognome, gli avrebbe dato forza e determinazione, lo avrebbe aiutato a sentirsi e a diventare ‘gagliardo’. Avrebbe potuto aggiungerlo ed affiancarlo al suo in perfetta mediazione… Era un modo gentile, culturalmente appropriato, di fargli presente che non avrei mai perso il mio per abdicare in favore del suo… anche questo è reclamare la propria identità».
«Chronique d’une été m’avait confirmé que rien n’est plus émouvant, éloquent, expressif que la géographie mouvante du visage de celui ou celle qui parle de ce qui le touche au plus profonde…»
Edgard Morin nel suo libro, “Les souvenirs viennent à ma rencontre’, rammentò il suo cinema verità con questa ricerca della verità interiore. Raccontandosi la scrittrice narra di essere rimasta affascinata ai tempi del liceo da “Ritratti di uomini non illustri” di Giuseppe Pontiggia ed infatti si inserisce in questo filone narrativo, tra biografia, romanzo e racconto di formazione dove il filo rosso che unisce i diversi ca-leidoscopici capitoli è questo senso di profonda umanità, l’intrinseco e salvifico percorso di ogni persona, sempre e comunque migrante dentro e fuori se stessa, che riesca a cogliere il valore della propria crescita personale in un contesto universale.
L’AUTRICE
CARLA GAGLIARDI è insegnante di Lettere; dal 2012, all’insorgere di un problema di salute, inizia a reinterpretare la sua vita: vive tra Londra e Venezia, approfondisce la passione per le lingue e si scopre traduttrice, scrittrice, presentatrice di libri. Appassionata alla vita in tutte le sue variegature culturali, ha aderito a ogni coinvolgimento proposto, occupandosi di programmazione e gestione, della segreteria organizzativa di Enti internazionali, tenendo qualche lezione e collaborando in diverse realtà con Enti (Fondazione Levi a Venezia) ed università (come la Saint John’s University del Minnesota).
Ritrova nella direzione di una nursery a Londra l’entusiasmo e l’amore che l’avevano guidata negli anni della collaborazione con l’Università di Siena per l’insegnamento nei Centri Territoriali Permanenti: la sua passione per le lingue e per le persone ha come denominatore comune la ricerca di chi siamo e del potere arricchente presente in questo continuo scambio di vite. Ha operato a lungo come mediatrice culturale con associazioni collegate con la Tavola della Pace e offerto il suo sostegno a tante diverse realtà: un mondo di contatti, amici e conoscenti, tutti toccati dalla gioia di vivere, in una caleidoscopica quotidianità che illumina tutti i colori dell’essere umano.
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