Tracce longobarde all’Isola d’Elba

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«Tracce longobarde all’isola d’Elba» è un Saggio storico scritto da Silvestre Ferruzzi ed edito da Persephone Edizioni. Nel testo, di 112 pagine, l’autore esamina le tracce lasciate dalla presenza longobarda sull’isola tra il VI e l’VIII secolo, dopo l’imponente migrazione dalla Pannonia all’Italia avvenuta nella primavera del 568.

Descrizione

«Tracce longobarde all’isola d’Elba» è un Saggio storico scritto da Silvestre Ferruzzi ed edito da Persephone Edizioni.
Nel testo, di 112 pagine, l’autore esamina le tracce lasciate dalla presenza longobarda sull’isola tra il VI e l’VIII secolo, dopo l’imponente migrazione dalla Pannonia all’Italia avvenuta nella primavera del 568

Tracce minime, attestate soprattutto nella toponomastica: si tratta di nomi di località elbane che derivano dalla lingua longobarda come, ad esempio, Aringo (da «hring», luogo aperto), Bergo (da «berg», montagna), Bruscaia (da «brusk», pungitopo), Castaldinco (da «gastald», amministratore), Catro (da «kater», recinto), Cafaio (da «gahagi», campo), Gualdo (da «wald», bosco), Guata (da «wahta», vedetta), Làmia (da «lama», palude), Scolca (da «skulka», postazione armata) e Verna (da «werna», albero di ontano).
L’autore analizza inoltre la figura storica di Cerbone, vescovo di Populonia nel VI secolo, che si rifugiò sui monti dell’Elba occidentale per sfuggire ai longobardi, inizialmente ostili al cristianesimo.
Anche il culto di San Frediano (vescovo di Lucca agli inizi della dominazione longobarda), culto limitato alla sola Toscana settentrionale, giunse probabilmente sull’isola dopo il 755, ad opera dei vescovi lucchesi Peredeo, Iacopo e Giovanni; si ricordano infatti i ruderi della chiesetta medievale di San Frediano sui monti di Chiessi, l’edificio sacro posto a maggiore altitudine dell’isola.
Nel libro viene descritto per la prima volta il ritrovamento di una presunta sepoltura di guerriero («hariman») longobardo, il cui corredo funebre comprendeva anche una lunga spada («spatha»), oggi dispersa; la sepoltura fu casualmente rinvenuta, durante i primi anni del Novecento, nel territorio a valle dei paesi di Poggio e Marciana.
Nel libro è inoltre presente un’appendice con «visionari» testi storici sui longobardi all’Elba di Giovanni Vincenzo Coresi Del Bruno (1729), Agostino Cesaretti (1788), Giuseppe Ninci (1815) ed Emanuele Foresi (1899).
Il volume, che permette di gettare nuova luce sul periodo longobardo all’Elba, è infine corredato da un «Repertorio di vocaboli longobardi» con i 525 corrispondenti significati italiani.

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